RAY DAYTONA & GOOGOOBOMBOS

garage-surf

On tour

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Data Link Luogo
Dom 31/03/2024 LINK RESURRECTION PARTY #4, COLORIFICIO KROEN, Verona
RESURRECTION PARTY #4, COLORIFICIO KROEN, Verona
Sab 29/04/2023 LINK SURFER JOE, Livorno
SURFER JOE, Livorno
Sab 18/03/2023 LA LIMONAIA, Fucecchio, Firenze
LA LIMONAIA, Fucecchio, Firenze
Ven 28/10/2022 LINK CARACOL, Pisa
CARACOL, Pisa
Sab 24/09/2022 CUSTOM WEEKEND, Staffoli, Pisa
CUSTOM WEEKEND, Staffoli, Pisa
Sab 30/07/2022 LINK BREMBEAT'N'ROLL, Osio Sopra, Bergamo
BREMBEAT'N'ROLL, Osio Sopra, Bergamo
Ven 29/07/2022 LINK BOTTEGA 26, Poggibonsi, Siena
BOTTEGA 26, Poggibonsi, Siena
Sab 23/07/2022 LA TAVERNA DELLA MUSICA, Ponte Buggianese, Pistoia
LA TAVERNA DELLA MUSICA, Ponte Buggianese, Pistoia

Biografia

Ray Daytona and Googoobombos
Gruppo “storico” della scena surf-garage-punk italiana. Dopo alcuni anni di inattività, Ray Daytona and Googoobombos riprendono esattamente da dove si erano fermati e ritornano con la stessa formazione che li aveva visti impegnati nel tour legato all’uscita del loro ultimo disco, Deep Breath.
Con una mezza dozzina di album, una serie di sette pollici e tanti anni di attività live, Ray Daytona and Googoobombos si sono sempre distinti per un approccio non ortodosso né rigidamente filologico al genere surf-garage, cosa che li ha portati a sporcare il loro robusto “wall of sound” fatto di fuzz-tone e riverbero con influenze punk, post punk, beat e psichedelia. 
Il loro album d’esordio A Wild Shot of, risale al 1999 ed è considerato tra le uscite più rappresentative della rinascita della scena garage italiana. Sono infatti gli anni in cui, sulla scia della rivista “Bassa Fedeltà” e di gruppi anglofoni come Man or Astroman, Phantom Surfers e Mummies, anche in Italia si manifesta un “ritorno” a sonorità Sixties, con la nascita di nuovi gruppi, etichette discografiche e fanzine. Con un titolo che omaggia Henry Mancini, A Wild Shot of è in effetti un compendio di musica Sixties, dal beat e garage al rock’n’roll più oscuro. 
Il seguente Space Age Traffic Jam (2001) è una nuova prova in ambito garage-punk, sostenuta da un sound che nel frattempo si è fatto più aspro e spigoloso. Autore della copertina è Winston Smith, artista della scena underground americana, conosciuto ai più per aver realizzato artworks per Dead Kennedys, No Means No, Green Day e Ben Harper. 
Sempre Winston Smith sarà l’autore della copertina di Fasten Seat Belt (2004), il terzo album, pubblicato su Ammonia, con cui Ray Daytona and Googoobombos si aprono ad un orizzonte musicale ancora più ampio, con pezzi da un lato più veloci, dall’altro con strutture aperte in senso psichedelico. Pubblicato sia in cd che in vinile (in questo caso in versione doppia e con 5 pezzi in più), il disco viene supportato da una intensa attività live, con apparizioni a festival importanti come quella del 2004 sul main stage dell’Indipendent Days Festival. Con Winston Smith viene organizzato anche un tour, in cui il gruppo si esibisce dal vivo mentre l’artista mostra i suoi collage.
Nel 2007, dopo alcuni cambi di formazione, Ray Daytona and Googoobombos tornano alla line-up originale e registrano One Eyed Jack in cui, guardandosi indietro, concentrano al meglio il loro background musicale: atmosfere morriconiane, echi proto-punk, surf e roots rock’n’roll. In seguito il gruppo suona molto all’estero, con tour che toccano Spagna, Germania, Svizzera e Francia. 
Uscito nel 2011 Caballero è un ulteriore passo avanti nel percorso della band, mostrando un approccio agli ultimi cinquant’anni di rock’n’roll secondo un’ottica di decostruzione. Rispetto ai precedenti lavori Ray Daytona and Googoobombos esasperano le forme dei loro generi di riferimento (surf, garage, punk, new wave) per passare ad una commistione di linguaggi che è insieme riscrittura e allontanamento dai cliché. Impreziosito dalla copertina di Pablo Echaurren, Caballero tenta di guardare avanti tenendo sempre presenti le radici su cui poter rifondare l’identità del rock’n’roll. È seguendo questa stessa ottica che la band pubblica il mini Deep Breath (2014), in cui il confronto dialettico con le origini avviene nell’ottica della semplicità e del minimalismo del punk: pochi accordi essenziali, sonorità spigolose e velocità di esecuzione.
 

 

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